
Fondazione
Mission
Scopo della Fondazione Gerolamo Gaslini è quello di devolvere le proprie rendite, alla cura, difesa ed assistenza dell’infanzia e della fanciullezza ed in particolar modo al potenziamento dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Giannina Gaslini.
Ogni anno il risultato dell’esercizio, al netto dei fondi necessari all’attività operativa della Fondazione, viene destinato all’Istituto Giannina Gaslini, sia per gli scopi istituzionali sia per le altre iniziative.
Inoltre la Fondazione è socio fondatore della Fondazione Gaslininsieme ETS e del Consorzio Gaslini Accademy, entrambe facente parti del “Sistema Gaslini”.
Villa Gaslini, sede della Fondazione
Il progetto della Villa di Corso Italia n. 26 in Genova che per volontà del Fondatore é sede della Fondazione viene commissionato dalla Famiglia Canali (che aveva acquistato l’area dal Conte Raggio) all’architetto fiorentino Gino Coppedè e fu costruita agli inizi degli anni venti. Tra le altre realizzazioni del Coppedè a Genova sono da ricordare il Castello Mackenzie, nella Circonvallazione a Monte, e il palazzo Pastorino di Via Bartolomeo Bosco. Già sede del Consolato Onorario del Giappone, la villa fu acquistata nel 1942 da Gerolamo Gaslini per farne la propria residenza familiare, ma subì negli anni 1943-1947 l’occupazione prima delle truppe tedesche e poi di quelle sudafricane facenti parte dell’Armata Alleata, che ivi stabilirono i propri comandi.
La Famiglia Gaslini vi abitò dal 1948 sino al 1988 con la scomparsa della Contessina Germana.

L’edificio della portineria, eretto direttamente su Corso Italia, é variamente articolato in pianta e nel volume, con un movimento di sporgenze e rientranze, di pieni e di vuoti che riprende, sia pure in tono minore quello della villa, costituendo con essa e con il giardino uno spunto scenografico e qualificante per il contesto circostante.
Il giardino, pur riprendendo gli schemi della corrente naturalistica, ancora in voga all’inizio del secolo, presenta alcuni inserti quali un ponte ed i camminamenti in alcune pseudo-grotte che lo ravvivano e lo connotano inequivocabilmente. Tramite il viale di accesso si raggiunge la villa padronale che consta di quattro piani (di cui uno parzialmente interrato), e presenta una forma piuttosto articolata, imperniata intorno ad un parallelepipedo centrale, limitato lateralmente da due corpi più bassi, sovrastati da due terrazzi in corrispondenza del secondo piano.

La graduazione dell’apparato decorativo esterno con pietra grezza nella zona basamentale, mattonelle e ceramica al primo piano e intonaco dipinto nel sottotetto, oltre che l’uso del travertino bianco per tutti gli elementi di arredo minori, sono caratteristiche che contribuiscono a definire l’aspetto policromo dell’edificio. Il fronte principale della villa, esposto a sud é impreziosito da una bella loggia che corre lungo tutto il piano rialzato, ove sono gli ambienti di rappresentanza ed é servita da due rampe simmetriche. Sul fronte nord é collocato lo scalone monumentale, interamente in legno, che raggiunge il primo piano tramite tre ampie rampe, in uno spazio anch’esso riccamente decorato e con caratteri di severa monumentalità.
Si entra in un vasto salone, che funge da elemento distributore degli spazi e dei due vani in esso adiacenti, il salotto e la sala da pranzo (oggi sala riunioni del Consiglio di Amministrazione) in continuità spaziale con l’esterno. Sono presenti arredi e mobili di pregio nonché numerosi dipinti che ritraggono, in epoche successive, i componenti la famiglia Gaslini. Il primo piano era originariamente destinato a zona notte padronale, le stanze sono decorate a stucco o ad affresco, fatta eccezione per il vano scala che é coperto da un soffitto in legno intarsiato a cassettoni. L’utilizzo di aperture a tutto sesto con tarsie in marmo e mattoni, di bifore e trifore, la presenza di solai a cassettoni ed altri elementi di arredo interno, sottolineano il legame del Coppedè con la tradizione medievale fiorentina, una costante della sua produzione.
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